Era alta circa 1,82 m la sacerdotessa vissuta 5000 anni fa  che indossò la più antica protesi oculare mai rinvenuta. Il finto bulbo brillava e caratterizzava così lo sguardo della donna rendendolo ipnotico e suggestivo agli occhi di chi la incontrava. Lorenzo Costantini leader del tim di ricerca insieme a quello iraniano Massour Sajjadi sono concordi nell’affermare che l’età della donna era di circa 25-30 anni e che dalle caratteristiche dello scheletro rivenuto fossero differenti da quello delle popolazioni locali, era probabilmente migrata dall’Arabia.

L’occhio artificiale delle dimensioni di circa 2,5 cm è opera di un abile artigiano, infatti la protesi presenta dei solchi lungo tutta la sua superficie e un foro al centro che consentiva tramite un filo l’ancoraggio del bulbo alla sede orbitale.

Ancora una volta il medio oriente antico ci stupisce per l’ingegno e la precisione delle “avveniristiche” prestazioni mediche ed estetiche.